La pandemia da COVID-19 ha colpito duramente l’economia globale e in particolare non ha risparmiato i settori delle spedizioni e del commercio. Questi ultimi mesi sono stati difficili, ma gli ultimi dati regalano buone speranze: questo brutto periodo non durerà per sempre.
Il distanziamento sociale e tutte le altre restrizioni attuate dai governi per cercare di contenere la diffusione del virus hanno indubbiamente causato un calo significativo dell’indotto dell’industria logistica, e l’Italia è stata tra i paesi più colpiti in Europa. Il secondo trimestre del 2020, e l’inizio del terzo, in particolare, sono stati il momento più critico per tutti i soggetti coinvolti.
Il quarto – e ultimo – trimestre mostra invece una tendenza crescente che sta rendendo cautamente ottimisti gli addetti ai lavori nel settore delle spedizioni internazionali: con le aziende farmaceutiche impegnate a fornire nuovi vaccini contro il COVID-19, e interi paesi che continuano i loro sforzi collettivi per appiattire la curva, le ultime notizie fanno sperare in un tanto atteso ritorno alla normalità.
Nonostante il volume delle merci scambiate a livello internazionale abbia ricominciato a crescere dopo un calo mondiale che non si vedeva dalla grande crisi del 2008, i timori non sono del tutto superati: mentre il settore delle spedizioni si sta riprendendo dai giorni peggiori della crisi del coronavirus, il lento ritorno ai livelli di attività pre-COVID sta causando un contraccolpo senza precedenti.
Nell’ultimo trimestre del 2020, la rinnovata ripresa del movimento delle merci sulle rotte marittime internazionali ha portato a inefficienze e congestioni del settore, che a loro volta implicano un aumento del ritardo medio delle spedizioni navali di quasi cinque giorni. I fattori da tenere in considerazione per spiegare questo fenomeno sono complessi e vari: dalla carenza di personale alle procedure più lunghe e rigorose da seguire per rispettare i nuovi regimi di igiene, fino alle inevitabili conseguenze delle vacanze invernali sul trasporto marittimo internazionale, che si sono fatte sentire anche in questo particolare anno di celebrazioni socialmente distanziate.
La crescente domanda di servizi di trasporto, unita alla carenza di container vuoti tra la Cina e l’Europa, ha influenzato non solo il tempo medio di trasporto, ma anche i noli ferroviari, aerei e marittimi, che possono raggiungere il 200% in più del normale.
In conclusione, anche se significativamente migliori dei dati dei mesi precedenti, i numeri dell’ultimo trimestre del 2020 sono un segnale di una lunga e complessa transizione.