Le regole di distanziamento sociale e le limitazioni ai viaggi internazionali messe in atto da diversi paesi per contenere la diffusione del COVID-19, hanno colpito più le persone che le merci: nel mondo della navigazione, i mezzi più colpiti sono state le navi passeggeri e da crociera, che tendono a creare assembramenti maggiori, rappresentando quindi una minaccia più diretta per la salute pubblica. Tuttavia, la navigazione mercantile non è rimasta indenne: il COVID-19 ha inflitto un duro colpo all’economia globale e al mercato del lavoro, creando effetti negativi sulla circolazione delle merci su scala internazionale. E, con alcune delle più grandi potenze economiche mondiali profondamente colpite, le conseguenze sul trasporto di massa delle merci erano inevitabili.
Le limitazioni ai viaggi e altre misure precauzionali adottate dai governi locali hanno generato un’impennata dei viaggi a vuoto delle navi da carico, che hanno prodotto a loro volta due conseguenze: una drastica riduzione del traffico marittimo; un temporaneo aumento delle tariffe, a causa delle numerose partenze annullate e della diminuzione della capacità di trasporto.
Ecco alcuni dati concreti sulla gravità dell’impatto della pandemia sul settore logistico a livello globale, europeo e nazionale.
Durante le prime 29 settimane del 2019, i porti dell’UE avevano registrato 481.682 scali navali; in confronto, ci sono stati 401.097 scali navali registrati nello stesso arco di tempo nel 2020, per un calo complessivo del 16,7%.
Inoltre, una ripartizione per paese di queste statistiche rivela che le nazioni più colpite dal calo degli scali navali indotto dal COVID-19 sono state Croazia, Francia, Islanda, Portogallo e Spagna. Con un calo del 28%, l’Italia – uno dei paesi più colpiti dal virus in proporzione ai suoi abitanti – si colloca leggermente al di sopra della media europea del 23%.
Le prime stime per l’intero anno parlano di un calo del 20% del traffico portuale italiano, che si traduce in 2 milioni di TEU di merci, ovvero 80-90 milioni di tonnellate.
Su scala globale, la riduzione del traffico di container è stata finora dell’ordine di grandezza del 10,3% di TEU, un numero che diventa ancora più drastico se si tiene conto che supera persino l’impatto della grande crisi finanziaria del 2008. Secondo la società danese di ricerca e analisi SeaIntelligence Consulting, l’impatto complessivo del COVID-19 sulle rotte di trasporto dei container sarà di circa 17 milioni di TEU, mentre il colpo subito dai terminal portuali sarà di circa 80 milioni di TEU di merci caricate e scaricate.
Anche ora che alcuni paesi sembrano aver superato il picco di nuovi contagi e le misure di sicurezza sono state allentate, è innegabile che stiamo vivendo tempi difficili e incerti. Alcuni sperano in una rapida ripresa, altri vivono nella paura di una seconda ondata di contagio ma, che si abbia una visione ottimista o pessimista della pandemia, i numeri parlano chiaro: un fenomeno massiccio come una pandemia mondiale ha colto impreparati i porti di tutto il mondo, e tutti i principali attori dello scenario economico globale ne stanno subendo le conseguenze.
In questi tempi difficili, ci rivolgiamo alla saggezza del famoso autore latino Quinto Ennio, la cui semplice ma potente definizione di amicizia risuona ancora oggi: “Quando la fortuna è volubile si trova l’amico fedele”. In altre parole, è in circostanze difficili che si può discernere chi è veramente degno di fiducia e, questa crisi globale non fa eccezione.
Se hai bisogno di spedire merci in questa situazione di incertezza – in cui è possibile subire cancellazioni all’ultimo minuto – e di maggiori complicazioni burocratiche, affidarsi a un partner esperto come noi è un passo nella giusta direzione.
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